Il terzo tentativo è stato quello buono, il Bari ha un nuovo proprietario. Gianluca Paparesta, rappresentante di una cordata estera ancora non identificata, si è aggiudicato la società con un’offerta di 4,8 milioni, al termine di un’asta emozionante. Nulla a che vedere con l’esito sconfortante dei due precedenti incontri in tribunale: il primo, chiuso con un nulla di fatto per la mancanza di documentazione di un’offerta presentata sempre dall’ex arbitro; il secondo andato addirittura deserto. Stavolta a contendersi l’A.S. Bari c’erano ben quattro società. La prima a rompere il ghiaccio è stata l’A.S. Bari Calcio 1908 dell’imprenditore Antonio Rosati (ex presidente del Varese), che già ieri insieme a Paolo Montemurro (che l’estate scorsa aveva provato ad acquistare la squadra dai Matarrese, senza riuscirvi) aveva depositato una prima offerta da due milioni di euro.
Un gesto più che altro simbolico (era nell’aria che la cifra sarebbe stata abbondantemente superata oggi), ma che è servito a scacciare definitivamente lo spettro del fallimento. E che infatti è stato molto apprezzato dai tifosi, accorsi in massa anche davanti al tribunale per assistere allo svolgimento dell’asta. Il duo composto da Canonico-Izzo (Ss La Bari 2014) si è fermato a 3,2 milioni, così il duello è stato tra la cordata di Paparesta e la società “Bari Calcio 2014” di Antonio Cipollone, anche lui rappresentante di un investitore anonimo (ma italiano, a quanto dichiarato). I due si sono spinti ben oltre la soglia dei 4 milioni di euro (cifra che sarebbe bastata per aggiudicarsi la squadra nella precedente asta). E alla fine, rilancio dopo rilancio, l’ha spuntata Gianluca Paparesta. E’ arrivato fino a 4,8 milioni, dando l’impressione di essere disposto ad offrire anche di più.
Del resto lo scenario è radicalmente mutato rispetto allo scorso marzo, quando il Bari era fallito, navigava nei bassifondi della classifica e sembrava non avere più un futuro. Oggi la società biancorossa è un potenziale affare. Certo, resta il nodo dei debiti pregressi. Ma acquistata per meno di cinque milioni, la squadra ne vale altrettanti solo di parco giocatori. Il cartellino di calciatori come il centrocampista e leader dello spogliatoio Daniele Sciaudone, il difensore Luca Ceppitelli e l’ala Cristian Galano è letteralmente esploso: l’anno prossimo loro e forse altri saranno pronti per il campionato di Serie A. E non è detto non possano giocarlo proprio con la maglia del Bari.
I biancorossi, infatti, nelle ultime settimane hanno scalato la classifica: ieri sera contro il Cittadella è arrivata la quinta vittoria consecutiva e il sesto posto, che vale la qualificazione ai playoff, da difendere nelle ultime due giornate. E in questo momento il Bari ha dimostrato di non essere inferiore a nessuno. Se il Galletto dovesse davvero completare questa clamorosa rimonta, e conquistare la Serie A, ecco che il valore della società aumenterebbe ulteriormente: solo dai diritti tv arriverebbero almeno 15-20 milioni di euro nelle casse biancorosse. Per questo l’offerta di Paparesta è tutto fuorché un salto nel buio. Con una nuova proprietà alle spalle, adesso i tifosi sognano e si concentrano sul finale di campionato, sperando non si spezzi l’incantesimo. Ma sono tante ancora le domande a cui rispondere. Una su tutte: chi c’è dietro Paparesta, che solo rappresenta la cordata che ha investito quasi cinque milioni per rilevare il titolo sportivo appartenuto per trent’anni alla famiglia Matarrese? Tutta la città se lo chiede, senza trovare una risposta. “Saprete quando firmeremo le carte”, ha spiegato l’ex arbitro, promettendo comunque “un progetto serio ed importante”. Si parla di investitori stranieri, e serve un mappamondo intero per individuare tutte le ipotesi. L’ultima riguarda quella di una cordata irlandese (subito associata al nome di Ryanair, già presente sul territorio pugliese con molti interessi). Ma da ambienti legali viene ribadita la pista indiana come la più accreditata. Senza dimenticare i russi, a cui Paparesta sembrava legato in origine. Già venerdì con il rogito notarile si dovrebbe sapere qualcosa in più. La curiosità è alta, l’entusiasmo alle stelle.